Tadao  Ando

a cura di Marco Aiello

Materiali utilizzati:

Calcestruzzo...

...luce...

....e vuoto !!

Vincitore del Carlsberg Prize ’92, del Pritzker Prize ’97, del Praemiun Imperiale ’96 e del Royal Institute of British Architects ’97, Tadao Ando è uno dei più rispettati architetti nel mondo, capace di influenzare un’intera generazione di studenti.

Questo omaggio ha lo scopo di mostrare quali superbi risultati si possono ottenere da un utilizzo sapiente dei materiali e da una regolarità strutturale apparentemente banale, ma fortemente evocativa.

 

Comprendere pienamente l’architettura di Tadao Ando presuppone la conoscenza di meccanismi mentali non riconducibili a quelli che prevalgono in Occidente. La tradizione orientale implica una concezione del tempo inseparabile dalle manifestazioni naturali, tende ad una configurazione statica, aspira all’immobilità. Il minimalismo di Tadao Ando è essenzialmente monotono: assumendo organismi spaziali ripetitivi l’architetto giapponese ricerca la stasi. Da ciò scaturisce una semplicità strutturale che non sconfina mai nella banalità, ma rappresenta un’assenza di conflitto, un “artless design” ottenuto mediante la scontrosa eleganza del calcestruzzo, impiegandolo in maniera raffinata, sottolineando le sue qualità figurative.

La prima caratteristica delle opere di Tadao Ando è la sua materialità. I suoi possenti muri in calcestruzzo tracciano un limite al fine di ottenere un'impenetrabilità dell'involucro, tendendo alla materializzazione del vuoto, tipica del "sukija", la casa del tè della tradizione giapponese. Avvalendosi di una manodopera qualificata in grado di realizzare una carpenteria raffinata, T. Ando utilizza getti di calcestruzzo molto denso. Il buon drenaggio delle casseforme e l'accurata lavorazione del materiali fanno sì che le pareti risultino omogenee, levigate, "morbide". Il calcestruzzo di T.Ando, illuminato, rivela la sua natura sostanziale; la sua vera origine minerale sembra risalire in superficie. Quanto più la luce compenetra la materia, tanto più i corpi diventano leggeri, semplici, rafforzando la monotonia immobile degli spazi, perseguita ancor più dalla monocromia.

Un'altra peculiarità delle opere dell'architetto giapponese è il vuoto. Con esso, solamente la luce e lo spazio circondano chi vi si trova all'interno. Le opere di Ando, come quelle degli architetti giapponesi post-guerra, sono difficilmente interpretabili se non alla luce delle lacerazioni prodotte dalla seconda guerra mondiale. I progetti che meritano a Tadao Ando l'attenzione del mondo sono modellati dall'angoscia prodotta dalla visione del vuoto causato dalla guerra. Esso viene riproposto ostinatamente, come invito alla meditazione, alla ricerca della propria coscienza. La cultura giapponese, in tutte le sue espressioni, offre sempre uno spazio libero per l'interpretazione soggettiva, non proietta mai una luce diretta, ma lascia che nell'ombra possano essere recepite infinite sensazioni. Anche i più semplici materiali, quali il calcestruzzo, la pietra, il legno, possono diventare elementi rappresentativi del bello e della dimensione spirituale dell'uomo. Le opere di T.Ando non consentono una percezione distratta e superficiale. Esse sono intimamente correlate con la luce naturale che anima gli spazi, esaltando la perfezione costruttiva e l'uniformità dei materiali utilizzati.

www.erroneo.org/monografie/tadao
(cenni sull'arch. Giapponese).

www.vitruvio.ch/arc/masters/ando
(sintetico profilo della vita e delle opere con rimandi ai siti più significativi ).

www.greatbuildings.com
(ricostruzioni 3D delle principali opere).

www.pritzkerprize.com
(notizie sulla vittoria del prestigioso riconoscimento nel 1997).

Siti consigliati

   

Dal Co, "Tadao Ando. Le opere, gli scritti, la critica", Electa Documenti, Milano 1994 R.Pare, "Tadao Ando. The colours of light", Phaindon, London 1996, Euro 72,30 T.Ando, "Tadao Ando: The Yale studio & current works", ed. Rizzoli, New York 1989 P.Jodidio, "Tadao Ando", ed.Taschen, New York 1997 B.Bognar, "Contemporary japanese architecture, its development and challenge", New York 1985 $35.00

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